Gli scontri in diverse località dello Yemen hanno causato la morte di almeno 42 persone, e posto una seria ipoteca sul cessate-il-fuoco di sette giorni concordato tra le parti in conflitto.
Secondo fonti militari si registrano scontri nelle province di Ibb, Bayda, Marib, Jawf e Taiz. Iniziato nel 2004, il conflitto si è radicalizzato con l’intervento, lo scorso mese di marzo, della coalizione a guida saudita, intenzionata a neutralizzare la rivolta Huthi contro il presidente Abd Rabbo Mansour.
“Gli Huthi hanno respinto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, hanno continuato ad attaccare abitazioni civili e persone indifese. Noi ci stiamo solo difendendo”.
L’impennata di violenza arriva mentre sono iniziati da poco in Svizzera colloqui tra le parti. Prima decisione collegiale, oltre al cessate-il-fuoco, un primo scambio di prigionieri.
I negoziati si basano sulla risoluzione Onu 2216 che prevede, tra l’altro, il ritiro degli Huthi e dei miliziani filogovernativi dal