Citroën DS in Cina verso le 200 mila unità prodotte
Shanghai, 27 - Da oltre un anno Citroën ha avviato una strategia espansionistica in Cina basata soprattutto sul design originale, sulla tecnologia avanzata e sulla qualità premium della famiglia DS che il Double Chevron posiziona idealmente tra Volkswagen e Audi. La rete di vendita si sta già consolidando con 34 DS Store aperti negli ultimi 13 mesi, destinati a salire ad una cinquantina entro fine anno (a coprire le 40 città più importanti del Paese), ma il vero obiettivo Citroën è incrementarne il numero a 100 nel corso del 2014. Nella prima parte del prossimo anno sarà lanciata una nuova berlina tre volumi DS e nel secondo semestre la gamma sarà arricchita anche con un SUV targato DS e basato sulla concept Wild Rubis (foto) esposta in anteprima al Salone di Shanghai dello scorso aprile.
E proprio Shanghai è al centro dell'offensiva DS grazie a 3 dealer esclusivi e al DS World, flagship store inaugurato in primavera sulla Nanjing Road, il viale più prestigioso della metropoli cinese, prima vetrina istituzionale DS al mondo. I visitatori della struttura da 600 metri quadrati (oltre 3.000 appassionati al mese) hanno la possibilità di immergersi in un universo ispirato al lusso "à la française", in cui rivive lo spirito della mitica DS del 1955, e di ammirare da vicino i modelli esposti, vale a dire Metropolys, Wild Rubis e Numero 9. Il cliente tipo della linea DS si caratterizza per spirito indipendente, per una grande personalità e per essere nato negli anni ottanta. Un terzo la sceglie come prima auto, un terzo come seconda e un terzo per sostituire la vettura premium che aveva prima.
I modelli prodotti in Cina da Citroën sono destinati soltanto al mercato interno e vantano alcuni accorgimenti specifici per meglio soddisfare le esigenze della clientela. Esempi calzanti in tal senso arrivano dalla DS5 che ha i sedili posteriori con lo schienale più verticale di due gradi, un pulsante che consente di basculare il sedile del passeggero anteriore direttamente dal sedile posteriore, il comando delle tendine dei tre tettucci, la climatizzazione posteriore e il navigatore touch con riconoscimento degli ideogrammi, ma anche la motorizzazione 1.6 THP da 200 CV in abbinamento al cambio automatico è un'esclusiva per il mercato cinese. Per la comunicazione della famiglia DS in Cina, in particolare per il lancio della DS5, Citroën ha scelto come ambasciatrice della famiglia nientemeno che l'attrice Sophie Marceau.
La produzione raggiungerà a regime le 200 mila unità l'anno grazie alla nuova fabbrica che si apre oggi a Shenzhen alla presenza del numero uno di PSA, Philippe Varin, grazie alla consolidata joint venture tra il Gruppo e Changan. Lo stabilimento di Shenzhen assemblerà la DS5 per il mercato della Grande Muraglia (è stata presentata in anteprima a fine agosto al Salone di Chengdu), mentre gli altri modelli continueranno ad essere importati. La partnership è attiva anche con un centro ricerca e sviluppo aperto nel luglio del 2012 che lavora a stretto contatto con il China Tech Center del Gruppo PSA a Shanghai.
Attualmente, la Cina incide per circa il 21% sul totale delle vendite mondiali di Citroën e per la metà delle unità consegnate al di fuori dell'Europa. Negli 8 mesi 2013, la Casa ha consegnato 177 mila esemplari, per una quota mercato che sfiora il 2%. Oltre che con Changan, Citroën è attiva in Cina anche con un'altra joint venture, con Dongfeng, che ha la sede produttiva a Wuhan e che è stata fondata oltre vent'anni fa. Nel corso del 2013 sono stati lanciati i modelli C4 a passo lungo (già 31 mila vetture vendute) e C5 (18 mila esemplari) e in questi giorni è la volta della C-Elysée. La joint venture si affida ad una rete composta da oltre 420 outlet, 75 in più rispetto a due anni fa, e lo scorso dicembre ha inaugurato a Shanghai il Citroën Experience Center.