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Nella serata di ieri, in Bari e Foggia, personale del Comando Provinciale Carabinieri e del ROS ha dato esecuzione a 2 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla DDA barese, a carico di altrettanti soggetti di nazionalità afgana, ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento scaturisce da un’indagine avviata dal Nucleo Investigativo e dalla Sezione Anticrimine del capoluogo pugliese il 16 dicembre 2015, allorquando una pattuglia della Compagnia di Bari S. Paolo, durante un normale servizio preventivo, notava e controllava 4 afgani (2 dei quali muniti di permesso di soggiorno, gli altri nella posizione di richiedenti asilo politico e domiciliati presso il CARA del capoluogo pugliese), mentre erano intenti ad effettuare riprese all’interno di un importante e rinomato centro commerciale della zona.
L’attività investigativa svolta dai suddetti reparti ha permesso di accertare come uno dei due regolari, un 30enne afgano, mantenesse stabili collegamenti telematici con un noto sito talebano, scaricando video e proclami inneggianti alla jihad e fotografie raffiguranti un noto capo carismatico talebano, ucciso durante un raid dell’aviazione statunitense, il 13 ottobre 2015, mentre come l’altro, un 28enne afgano, avesse effettuato sia il filmato girato nel menzionato centro commerciale, sia la ripresa dell’area d’imbarco, accessibile solo a seguito di check-in, dell’aeroporto di Bari – Palese. Entrambi rientravano in aereo, in patria, il 18 dicembre 2016. Inoltre e sul conto di uno dei due stranieri in attesa di asilo, un 23enne afgano, è stata documentata la disponibilità, in Gran Bretagna, di un’arma d’assalto (tipo M16).
L’inchiesta ha tra l’altro messo in luce gli stretti contatti esistenti tra i 3 suddetti indagati, un pachistano 25enne e un ulteriore 29enne afgano, il primo, regolare, in Italia, l’altro, in attesa di permesso di soggiorno, ambedue attivi nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di connazionali, mediante l’offerta, dietro lauti corrispettivi in denaro, di sostegno logistico, in ordine alla possibilità di regolarizzare la loro posizione in Europa attraverso documenti contraffatti, nonché al reperimento di luoghi di dimora e titoli di viaggio aerei per muoversi nel Continente.
È stata adottata una misura restrittiva d’urgenza, in quanto il predetto 29enne afgano, nella mattinata di ieri, ha ricevuto il riconoscimento di rifugiato e ha manifestato l’intento di recarsi in Calais (F), ove risulta avere una stabile dimora e gestire i predetti traffici illeciti.
In relazione ai due afgani rientrati nel Paese d’origine, saranno avviate le procedure di internazionalizzazione dei provvedimenti emessi nei loro confronti, attraverso gli ordinari canali di cooperazione di polizia.