Smantellata in Italia una rete jihadista che lucrava sui migranti per finanziarsi

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Dei migranti da trasformare prima in una fonte di guadagno e poi in cellule terroristiche sul territorio italiano. Era il meccanismo usato da un affiliato dell’Isil arrestato dopo una lunga indagine durata oltre un anno.

L’uomo aiutava a regolarizzare i clandestini in Italia con buste paga fittizie e contratti di lavoro fasulli poi, una volta in regola, scattava la disoccupazione e i proventi venivano dirottati per finanziare non solo il mercato illegale di esseri umani, ma anche il terrorismo.

La mente di questa rete era, secondo gli inquirenti, un tunisino, Mohamed Kamel Eddine Khemiri, di 41 anni trafficante di esseri umani convertitosi al Jihad. L’uomo faceva entrare in Italia decine di migranti prevalentemente di origine magrebina, che regolarizzava con la compiacenza di alcune aziende tessili di Napoli e Caserta.

Il giro d’affari scoperto dagli inquirenti era di migliaia e migliaia di euro usati anche per sostenere le azioni di Daesh.

Un uomo che aveva saputo giocare col sistema visto che in passato sarebbe uscito indenne da un’accusa di terrorismo. Assieme a Khemiri sono state arrestate altre otto persone.

Appena due giorni fa un pakistano cresciuto in Italia era stato espulso con l’accusa di terrorismo. Altre due persone erano state arrestate nel savonese. Espulso anche un imam radicalizzato.

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