La Russia deve assicurare un cessate il fuoco affidabile e duraturo nell’est del Paese. A dirlo il presidente ucraino Petro Poroshenko che ha accusato gli avversari di aver violato ripetutamente la tregua che era entrata in vigore, almeno teoricamente, alla mezzanotte di mercoledì: “Le nostre richieste sono semplici”, ha detto Poroshenko, “La Russia deve garantire un cessate il fuoco nel Donbass. Nella sola scorsa notte abbiamo ricevuto non meno di 30 attacchi di artiglieria pesante”.
Un’accusa che la Russia rispedisce al mittente. Nemmeno Kiev avrebbe rispettato la tregua.
A complicare la situazione, in Dombass e in Crimea, entrata a far parte delle Federazione russa, il fatto che in Russia domenica si voti. Kiev ha vietato di farlo al di fuori delle sedi diplomatiche per evitare di ammettere che la Crimea non è più parte del territorio ucraino.
Così il presidente russo Putin: “La Russia non ha annesso nulla. Quello che è accaduto è il risultato delle azioni illegali occorse in Crimea da parte delle autorità ucraine. La Crimea si è unita alla Russia secondo la volontà dei suoi abitanti”.
L’accordo di Minsk, sostenuto da Francia e Germania ha rallentato , ma non fermato, gli scontri e le continue accuse reciproche fra Kiev e Mosca di violare la tregua, rendono la situazione molto difficile da risolvere.