La tregua in Siria è fallita. Il governo di Damasco lo ha annunciato attribuendone la reponsabilità ai ribelli. Ma le speranze che il cessate il fuoco rimanesse in vigore erano deboli, dopo
gli attacchi della coalizione a guida statunitense su postazioni dell’esercito di Assad, sabato nell’est del Paese, e i bombardamenti su Aleppo, dove la gente è in fuga.
“Abbiamo imboccato Salaheddin Street e fortunatamente siamo qui con i nostri soldati”, racconta un uomo.
Ad Aleppo la ripresa degli scontri ha impedito la consegna di aiuti umanitari, che sono invece arrivati in altre aree della Siria. E a Homs la prevista evacuazione di alcune centinaia di insorti è ora in forse.
La Russia denuncia quella che definisce la fusione tra Al-Nusra, considerato il braccio siriano di Al-Qaida, e i gruppi di insorti che l’Occidente vede come moderati.
La tregua era già stata messa a rischio dal raid di sabato. La coalizione aveva affermato di aver colpito per sbaglio quelle che credeva essere postazioni dell’Isil.
Mosca aveva chiesto un’indagine approfondita sull’episodio e Damasco ha accusato gli Stati Uniti di aver voluto sabotare l’accordo per la sospensione delle ostilità .