http://www.pupia.tv - Napoli - Il 20 settembre si è tenuta l’udienza di appello presso il Tribunale di Napoli per il processo intentato dalla Fca (ex Fiat) contro cinque operai “colpevoli” di aver inscenato una rappresentazione satirica per sensibilizzare contro i tanti, troppi, suicidi di operai e operaie espulsi/e dal ciclo produttivo e dallo stabilimento Fca di Pomigliano D’Arco in seguito alla “ristrutturazione” voluta dai vertici Fca.
“Questo processo – si legge in una nota – concentra in sé tutta la violenza della repressione che avviene quotidianamente nei luoghi di lavoro, e colpisce in primis tutti quei lavoratori e tutte quelle lavoratrici che sono di fatto le avanguardie di lotta e la memoria vivente delle esperienze di conflitto più o meno recenti della classe lavoratrice in questo Paese.
L’attacco è così determinato che non si limita a impedire l’agibilità sindacale e l’organizzazione dei lavoratori per la difesa dei propri interessi, ma arriva addirittura a voler impedire la libera espressione del pensiero, la libertà di parola e di satira, che dovrebbero essere diritti garantiti costituzionalmente, dentro e fuori i luoghi di lavoro.
È proprio la Costituzione del ’48 ad essere oggi il bersaglio principale delle controriforme del governo, perché è un ostacolo ai loro obiettivi e perché la demolizione della carta costituzionale è il coronamento di anni di distruzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Altro che snellimento della burocrazia statale e risparmio!
Con questa controriforma governo e padroni potrebbero far passare ancora più rapidamente ogni provvedimento antisociale senza neanche doversi confrontare in Parlamento, e anche i diritti fondamentali che i cinque licenziati Fca di Pomigliano difendono con la loro lotta esemplare sarebbero in pericolo!”. (20.09.16)