Due giorni di rivolta e rivoli di tensione che rischiano di riemergere nel modo più imprevedibile, in piena campagna per le presidenziali. L’uccisione di un afroamericano per mano della polizia pesa più che in passato perché è l’ennesimo caso e perché obbliga i candidati alle presidenziali ad affrontare in qualche modo il tema delle divisioni etniche e del rischio dell’astensione, del distacco di intere comunità dalla sfera politica. Il punto del corrispondente di Euronews da Washington, Stefan Grobe:
“A quarantasette giorni dalle elezioni, il dibattito nazionale si sposta, ancora una volta, su una serie di temi interconnessi e politicamente temuti. Razza, sicurezza e criminalità. Gli ingredienti sono quasi sempre gli stessi.
Una polizia oberata e più nervosa del dovuto che colpisce individui che si trovano nel posto e nel momento sbagliati. E che capita che siano neri.
C‘è anche un altro fenomeno che si ripete ogni volta, ed è che questi incidenti non arrivano quasi mai a un processo. Ed è qui che entra in gioco la dimensione politica.
Le proposte legislative, per modificare almeno il quadro legale, non hanno avuto esito. Sembra che non ci sia la percezione dell’urgenza.
Non sorprende che i candidati alle presidenziali abbiano espresso idee opposte, ma tutte piuttosto vaghe, per risolvere la crisi. Hanno una possibilità di essere un po’ più specifici con il loro primo dibattito, tra quattro giorni”.