Dalla Alta corte di Londra alla Bank of England, questo giovedì gli effetti della Brexit sono riveduti e corretti. La Banca d’Inghilterra lascia i tassi di interesse al minimo storico dello 0,25%. Una decisione attesa e suggerita dalla revisione al rialzo delle previsioni di crescita per il 2016 e il 2017, a dimostrazione che, al momento, l’economia britannica sta reagendo meglio del previsto al voto di giugno.
La banca centrale di Londra mostra però preoccupazione per l’accelerazione dell’inflazione.
La crescita dei prezzi al consumo va oltre l’obiettivo del 2% nel 2017 ed entro le fine del 2019 potrebbe raggiungere quota 2,5 per cento, superando ogni previsione.
Ma se la Brexit dovesse bloccare l’accesso al mercato unico, la crescita economica del Regno Unito – conferma la Bank of England – ne risentirà per un periodo prolungato. Le previsioni di crescita per il 2018 vengono infatti riviste al ribasso a causa dell’incertezza sui negoziati con l’Unione europea.
Contestualmente è stato anche confermato il nuovo programma di acquisto di titoli pubblici da 60 miliardi di sterline, che porta l’ammontare complessivo deititoli rilevati a 435 miliardi, più 10 miliardi di titoli di emissioni del settore privato.
Bank of England: May difende Carney “la persona migliore per il posto che ricopre” https://t.co/GubE23pTi8 pic.twitter.com/60TyyTrsaS— euronews Italiano (@euronewsit) October 31, 2016
Brexit costerà 77 miliardi alle banche https://t.co/pMlfYTYPqk pic.twitter.com/uHXrhMYNRn— IlSole24ORE (@sole24ore) November 3, 2016