I Carabinieri hanno eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare (otto in carcere e altrettante ai domiciliari), emesse dal Gip del Tribunale di Latina su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, turbativa d'asta, falso ideologico, truffa ai danni dello Stato, turbata libertà degli incanti, reati urbanistici, abuso d'ufficio, truffa aggravata, induzione indebita a dare o promettere utilità e altro. L'inchiesta, durata tre anni, avviata dopo una interrogazione parlamentare in cui venivano ipotizzate presunte irregolarità nella gestione della piscina comunale, conta nel complesso oltre 50 indagati. Si tratta di politici ex amministratori, funzionari e dirigenti di Latina, oltre a imprenditori. L'operazione, denominata "Olimpia", condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, ha messo in luce un "sistema" per l'assegnazione di appalti pubblici, grazie al quale i funzionari del Comune laziale favorivano gli imprenditori locali, commettendo reati contro la pubblica amministrazione, finalizzati a consentire un'illecita spartizione di ripetuti affidamenti alle stesse ditte di appalti mediante artificiosi frazionamenti della spesa. L'indagine si riferisce a un periodo compreso tra il 2009 e il 2015 e riguarda un totale di 152 appalti sospetti per un valore complessivo di 2,4 milioni di euro.