Il modesto aumento della crescita economica, il calo degli investimenti nell’Unione europea e le mancate riforme strutturali contribuiscono all’aumento del populismo e della polarizzazione.
Anche la Banca mondiale si accorge delle difficoltà sociali in Europa e Asia.
La Brexit e la crisi dei rifugiati stanno mettendo alla prova la cooperazione europea e il tentativo, fallito, di attrarre nuove fonti di crescita sta producendo un aumento della sfiducia verso le istituzioni.
Secondo il rapporto della World Bank presentato a Bucarest, la crescita di Europa e Asia centrale sarà dell’1,6 per cento nel 2016, una tendenza che dovrebbe continuare nel 2017 e nel 2018.
In assenza di risposte politiche, si arresterà la riduzione della povertà sul lungo periodo. Euronews ha intervistato Hans Timmer, capo economista della Banca mondiale per l’Europa e l’Asia centrale.
Doloresz Katanich, euronews: “Parliamo dell’impatto del populismo in Europa e in Asia centrale con il capo economista della Banca Mondiale per la regione, Hans Timmer. Grazie per aver accettato il nostro invito. Con l’ascesa del populismo in tutto il mondo, viviamo tempi incerti. Nel vostro rapporto è scritto che questo è un rischio economico a lungo termine. Perché?”
Hans Timmer, capo economista della Banca Mondiale: “L’ansia che si riflette nel voto per i partiti populisti è la stessa che si manifesta di fronte ai cambiamenti del mercato del lavoro e alla mancanza di lavoro. Il rischio è che, in futuro, i problemi che queste persone incontrano non saranno risolti. Ci saranno cambiamenti drammatici a causa della globalizzazione e delle nuove tecnologie che sono difficili da imparare. Le società hanno bisogno, probabilmente, di un nuovo contratto sociale, un nuovo modo di trattare con il nuovo mercato del lavoro”.
euronews: “Se la precarietà alimenta il populismo, come stabilisce il vostro rapporto, quali politiche economiche dovranno essere messe in campo dai governi per affrontare questo problema?”
Hans Timmer: “L’incertezza del lavoro significa che tutti i nuovi posti di lavoro che vengono creati sono part-time o a tempo determinato. I posti di lavoro permanenti stanno diventando sempre più rari. Ciò che i governi possono fare è aiutare le persone ad affrontare questa nuova situazione. Ciò significa che i sistemi di protezione sociale, in passato legati alle grandi aziende dove la gente lavorava per gran parte della vita, devono essere slegati dalle aziende ed estendersi”.
euronews: “Europa e Asia centrale rischiano di essere influenzate dalle probabili politiche protezionistiche spinte dal fenomeno populista?”
Hans Timmer: “Credo che il protezionismo ridurrà la crescita e ridurrà la capacità ad affrontare le nuove circostanze. Quindi non possono essere e non saranno la risposta. Credo che Brexit sia un buon esempio. Quello che sta accadendo in questo momento non risolve il problema della gente che ha perso il posto di lavoro nelle fabbriche, che ha perso un lavoro fisso.