Il Regno Unito taglia le previsioni sulla crescita: dal tradizionale Autumn Statement del ministro delle Finanze britannico, il primo di Philip Hammond e il primo post- Brexit, emerge una revisione al ribasso del prodotto interno lordo rispetto alle stime pubblicate a marzo – prima del referendum – dall’organismo indipendente sulle finanze pubbliche che aveva segnalato +2,2% per il prossimo anno.
“Nel 2017 l’Ufficio per la responsabilità di bilancio prevede un rallentamento della crescita, all’1,4% – ha affermato Hammond – che attribuisce a minori investimenti e a una domanda dei consumatori più debole dovuti rispettivamente a una maggiore incertezza e a un’inflazione più elevata, causati dal deprezzamento della sterlina”.
Come risultato della Brexit nel periodo fino al 2021 la crescita britannica sarà del 2,4% più bassa di quanto previsto prima del referendum.
Hammond ha anche annunciato un fondo per la produttività da 27 miliardi di euro: “In questo Autumn Statement abbiamo scelto di dare la priorità a investimenti ad alto valore aggiunto, in particolare nelle infrastrutture e nell’innovazione che contribuiranno direttamente a incrementare la produttività del Regno Unito”.
Hammond ha anche confermato di rinunciare al surplus di bilancio entro il 2020, obiettivo del suo predecessore George Osborne, contrario alla Brexit, lasciando il difficile compito alla prossima legislatura.
Very best wishes to my friend PHammondMP as he delivers his first Autumn Statement today & helps UK prepare for challenges ahead— George Osborne (George_Osborne) 23 novembre 2016
New borrowing forecasts are a cumulative £122B higher over the next five years #AutumnStatement pic.twitter.com/e81xHZKaZH— Samuel Tombs (@samueltombs) 23 novembre 2016