In Germania ancora disagi nel traffico aereo per il secondo giorno di sciopero dei piloti di Lufthansa prorogato fino a venerdì. Cancellati 830 voli, di cui 82 di lungo raggio, dopo i 876 già annullati ieri. In due giorni 215mila passeggeri sono rimasti a terra.
“Non abbiamo subito soltanto un impatto diretto dallo sciopero – ha commentato Harry Hohmeister, consigliere della compagnia – ma stiamo constatando anche un calo delle prenotazioni nel medio termine. Perderemo in totale circa dieci milioni di euro.”
Il conflitto sindacale è iniziato nell’aprile 2014. Per il sindacato il management non ha tramesso nessuna offerta degna di essere negoziata: “Vorremmo volare ma non intendiamo fermare la nostra protesta sui salari fino a quando la nostra richiesta non sarà accettata”, spiega il portavoce del sindacato di categoria, Joerg Handwerg.
Per i 5.400 piloti il sindacato Vereinigung Cockpit chiede a Lufthansa aumenti salariali retroattivi a partire dal 2012 pari al 3,7% all’anno. Lufthansa ha offerto un +2,5% su una durata di oltre sei anni.
“Quello che mi dà più fastidio è che tutto avviene da un momento all’altro, non è possibile fare nessun piano. Da un’ora all’altra, senza nessun preavviso di qualche giorno, ai passeggeri viene detto che il volo è stato cancellato”, si lamenta un passeggero. “Credo che ora la mia pazienza stia lentamente finendo. Ho volato per anni, ma questo è incredibile. No, nessuna comprensione.”
Il braccio di ferro, tutt’altro che finito, comincia ad avere ripercussioni politiche. Michael Fuchs, vice-presidente del gruppo parlamentare dell’Unione di centro-destra, ha chiesto al ministro del Lavoro, Andrea Nahles, una legge che imponga l’obbligo di arbitrato in caso di scioperi.