La Polizia di Stato ha eseguito 33 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Patti su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, ricettazione, furto, maltrattamento e uccisione di animali, commercio di sostanze alimentari nocive, truffa aggravata, falso e abuso d'ufficio. I provvedimenti eseguiti dagli agenti del Commissariato di Sant'Agata Militello e della Squadra Mobile di Messina sono due custodie cautelari in carcere, 9 ai domiciliari, 18 obblighi di dimora, un divieto di dimora e tre interdizioni dal PU. L'operazione, denominata "Gamma Interferon", ha fatto emergere il coinvolgimento di allevatori e macellai, affiancati da medici veterinari in servizio presso l'Asp di Sant'Agata Militello, ciascuno con un preciso ruolo nell'organizzazione che aveva creato una filiera illegale delle carni. L'inchiesta, avviata nel novembre del 2014 e conclusasi nel settembre 2015, ha fatto luce sulle responsabilità e modus operandi di ciascun indagato. La materia prima veniva reperita attraverso furti e caccia di frodo all'interno del Parco dei Nebrodi. Il giro della carne clandestina era gestito da due gruppi autonomi che operavano nel territorio senza scontrarsi. La prima banda, che aveva l'appoggio dei veterinari dell'Asp, agiva nella zona di Tortorici, mentre la seconda in quella di Cesarò.