Nuova fase di negoziati sulla riunificazione di Cipro, l’isola divisa da oltre 40 anni. A Ginevra, in Svizzera, il leader greco-cipriota Nikos Anastasiades e quello turco-cipriota Mustafa Akinci sono impegnati nel terzo giro di colloqui da novembre.
“È il momento della verità” per il consigliere speciale dell’Onu Espen Barth Eide che considera un accordo difficile, ma possibile. “Sarebbe una cosa storica per i ciprioti che da diverse generazioni tentano di risolvere questo problema dell’isola divisa, ma invierebbe anche un segnale molto forte a un mondo in conflitto”.
“Difficult but possible”: SASG EspenBarthEide shares his take on #CyprusTalks with press UNGeneva pic.twitter.com/umoYsDepyu— UN Geneva (@UNGeneva) 9 janvier 2017
Ancora profonde le divergenze su questioni cruciali come gli accordi territoriali e la restituzione delle proprietà sgomberate dopo l’invasione turca del 1974.
I colloqui giovedì saranno seguiti da una conferenza estesa a Grecia, Turchia e Regno Unito, garanti dell’indipendenza di Cipro dagli anni ’60.
“La continuità della Repubblica di Cipro deve essere salvaguardata e deve essere trovata una soluzione che garantisca una prospettiva di crescita economica per tutta l’isola”, sostiene Evangelos Venizelos, ex vice primo ministro ed ex ministro degli Esteri greco. “Il sistema anacronistico delle garanzie, risalente agli anni ’60, deve essere abolito perché è incompatibile con il concetto di uno stato moderno, membro dell’Unione Europea. Deve essere garantito anche il ritiro delle forze d’occupazione turche”.
Il commento del nostro corrispondente da Atene Stamatis Giannisis: “Dalla divisione dell’isola nel 1974 la sfiducia ha caratterizzato le relazioni greco-turche sulla questione di Cipro e sebbene adesso le due comunità appaiano più vicine che mai al raggiungimento di una soluzione, nulla può garantire che l’intero processo non ritorni al punto di partenza”.