La guerra delle nomine tocca la Corte Suprema, istanza nella quale siederà Neil Gorsuch, scelto da Donald Trump.
Giudice stimato in maniera bipartisan, ma che rischia di essere triturato nell’agone politico. Barack Obama, poco prima di lasciare la Casa Bianca, aveva effettuato un’ondata di nomine contestate dai Repubblicani, e questi avevano pochi mesi prima bloccato la nomina di Merrick Garland al posto vacante occupato ora da Gorsuch.
“Quello che non è chiaro – commenta un giornalista specializzato – è se i Democratici proveranno a bloccare o boicottare la nomina. Alcuni senatori Democratici hanno già detto che vogliono che il giudice Gorsuch venga audito, e quindi resta da vedere se ci saranno quei quaranta Democratici che si riuniscono per provare a bloccare la nomina”.
Al di là delle sue convinzioni, il quarantanovenne Gorsuch nel corso della sua carriera da avvocato prima e da magistrato poi, fino alla Corte d’Appello a Denver, si è fatto apprezzare. Ma il precedente pesa, secondo questa docente di Diritto:
“C‘è un forte desiderio di contrastare questa nomina per via del blocco inappropriato imposto dai Repubblicani alla nomina di Merrick Garland. Spero che i Democratici resistano a questa voglia di lotta perché penso che, come non c’era ragione di non nominare Merrick Garland, ora non c‘è nessuna ragione per non nominare e confermare Neil Gorsuch. È una persona intelligente e talentuosa, che sarà eccellente in quel ruolo”.
La posizione di Gorsuch è in un suo libro del 2006, contro l’eutanasia e il suicidio assistito, nel quale si dice convinto della inviolabilità della vita umana. “Tutti gli esseri umani hanno un valore intrinseco”, spiegava, e da lì deriva anche la sua posizione anti-abortista, contestata anche in queste ore da alcuni manifestanti proprio davanti alla Corte Suprema.