Troppo spesso si parla di velo e si confondono burqa, hijab o altri tipi di coperture per il viso femminile. Per questo è stata creata, tre anni fa, la Giornata Mondiale del Velo che si osserva proprio il primo febbraio in diverse comunità musulmane, compresa quella bosniaca, mentre varie leggi nei Paesi occidentali vietano di coprirsi il capo per motivi di sicurezza. “Non ho paura del divieto – dice Mirsada Bulic Huseljic, residente a Visoko – Sappiamo che esiste una guerra contro l’Islam che automaticamente, diventa una guerra contro le donne che lo indossano perché il velo è parte dell’Islam. Ma se si dispone di fede e determinazione non bisogna avere timore di nulla”.
Il tweet di “AlGhurabaa Magazine”, prima rivista online in italiano per donne islamiche
– ...Il velo non è un pezzo di stoffa, ma prima di ogni cosa un comportamento che la donna musulmana assume come… https://t.co/0PQFtZGkPn— Al Ghurabaa Magazine (@AgMagazine) 31 gennaio 2017
Il World Hijab Day venne lanciato nel 2013 dall’immigrata del Bangladesh Nazma Khan per invitare le donne, musulmane e non, a indossare per un giorno il velo islamico più diffuso e combattere ogni forma di discriminazione. “Purtroppo, siamo consapevoli che nel corso della storia ci sono stati periodi in cui le donne musulmane con il velo hanno avuto problemi. – dice Belma Corbo, residente a Sarajevo- Oggi, viviamo sotto esame, ma dobbiamo spiegare alla gente che tutto questo ha una storia alle spalle e che il velo di sicuro non è una cosa da frenare”.