Un fiume di gebte in serata a Bucarest e in altre città della Romania protesta contro la corruzione.
La gente chiede le dimissioni del governo che due giorni fa ha emanato un decreto d’urgenza sulla depenalizzazione dell’abuso di ufficio e altri reati di corruzione.
Cosi i manifestanti: “Siamo qui con gli altri perché vogliamo la revoca di questo decreto e solo allora ce ne andremo”.
“Voglio che il decreto sia annullato. Lo hanno votato in piena notte. Voglio che facciano il loro lavoro, non debbono andarsene finché non lo fanno. Sono stati eletti, ma rubano di fronte a noi”.
E ancora la giornalista chiede: “fino a quando continuerete a venire?”
“Fino a quando sarà necessario”, risponde la gente.
I manifestanti e il presidente accusano il governo – che intende inoltre varare un’amnistia per alleggerire il sovraffollamento delle carceri – di voler vanificare la lotta alla corruzione
dilagante nel Paese balcanico, favorendo con la depenalizzazione dei reati tutta una serie di politici e funzionari pubblici sotto inchiesta per corruzione.
Dice un esponente dell’autorità anticorruzione raggiunto da Euronews: “Abbiamo un sistema legale nazionale e negli ultimi 12 anni, anche prima di entrare nell’Unione Europea, la Romania ha promosso e finanziato strategie nazionali per combattere la corruzione e il crimine organizzato. Sono queste strategie che formano il nostro sistema nazionale di difesa”. Abbiamo sempre avuto una ben chiara strategia. Il nostro stato dovrebbe essere in grado di continuare su questo sentiero attraverso le nostre istituzioni. Ma se questo non dovessere essere il caso, lo Stato deve comunicare che ha cambiato la propria strategia a livello nazionale e solo allora procedere con un cambio legislativo”.
Il premier socialdemocratico Sorin Grindeanu ha detto che non intende revocare il decreto
contestato, mentre il presidente Klaus Iohannis – schierato dalla parte dei manifestanti – ha annunciato che chiederà alla Corte costituzionale di dichiarare illegittimo il provvedimento del governo.