È un’escalation brutale, come non se ne vedevano da mesi, nell’Ucraina orientale. Il bilancio delle vittime non è facile da verificare, ma secondo le varie fonti si arriva a 34 morti in meno di una settimana, e tra questi sei civili.
Per Mosca è più che evidente la responsabilità del governo ucraino.
“Oggi Kiev non esprime nemmeno preoccupazione per l’aggravamento della crisi nè per le sue conseguenze umanitarie – dice la portavoce del Ministero degli Esteri russo -, non si assumono nemmeno la responsabilità di quello che sta accadendo, e senza vergogna ostentano persino i movimenti delle loro forze militari nel Donbass”.
Si combatte in particolare nella zona di Avdiivka, dove i ribelli denunciano la morte di diciotto dei loro e il ferimento di almeno 26, oltre a sei civili morti. Lo stato maggiore ucraino lamenta invece dieci soldati morti e sessantasei feriti.
“Dalla scorsa estate – dice un portavoce dell’esercito – non si vedevano attività militari così intense. Riceviamo rapporti di azioni di combattimento del nemico praticamente su tutta la linea del fronte, in tre direzioni: Mariupol, Donetsk e Luhansk.”
E se Mosca accusa Kiev di violare la convenzione di Ginevra oltre agli accordi di Minsk, Washington non ha dubbi nell’individuare il responsabile: “Mi dispiace dover già condannare le azioni aggressive della Russia, già al mio primo intervento qui”, ha detto il nuovo ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite.