Una massiccia operazione di spionaggio, una rete di controllo globale dei cittadini turchi. È l’accusa lanciata da un parlamentare dei verdi austriaco, Peter Pilz,che, documenti alla mano, ha accusato Ankara di sorvegliare turchi residenti all’estero, supposti seguaci di Fethullah Gülen, l’oppositore di Erdogan accusato dal presidente turco di aver ordito il tentativo di colpo di stato della scorsa estate.
https://t.co/WzagsUZxMH…. https://t.co/YBpOSI6fdj— Peter Pilz (@Peter_Pilz) 31 marzo 2017
“Ci ha veramente sorpreso quando abbiamo visto la fitta rete di spionaggio creata dalla Turchia di Erdogan. Va dal Giappone all’Olanda, dal Kenya alla Gran Bretagna. In ogni singolo Stato c‘è un ingente sistema di informatori fatto di associzioni, club, moschee, ingaggiati dalle ambasciate col fine di tenere sempre sotto controllo i critici di Erdogan”.
La rete, secondo i documenti che il parlamentare ha ricevuto da una fonte turca, va dall’Australia all’Africa, passando per Asia ed Europa. In tutto 35 Stati.
Un alto funzionario turco ha definito queste accuse completamente false, ma intanto anche l’Austria, dopo la Germania e la Svizzera, indaga sullo spionaggio di Ankara.
Per il momento il ministero degli interni di Vienna non si è espresso sui documenti ma ha fatto sapere che precedenti, analoghe informazioni riguardanti l’Austria, erano affidabili.