Rinunciando alle sperimentazioni, Vertov si concentra nella ricerca estetica volta soprattutto a coniugare musica e immagine, in un opera da molti ritenuta lirica e tra le migliori della sua filmografia. Ma Tre canti su Lenin fu l’ultimo lavoro importante di Vertov: inviso dal regime fu progressivamente messo in disparte pur non smettendo mai di lavorare. Si spense nel 1954 a causa di un cancro.
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Tre canti su Lenin è un documentario del 1934, diretto dal regista sovietico Dziga Vertov. Rientra nel "genere" cinematografico del documentario di propaganda e sancì l'apogeo ufficiale del regista sovietico, insieme al suo progressivo isolamento da parte del regime.
Il film è scandito da tre canti popolari dell'Uzbekistan che ne caratterizzano le tre parti: la prima - "Il mio volto era in una buia prigione" - è dedicata al tema della liberazione, la seconda - "Noi l'amavamo" - su Lenin stesso e la terza è incentrata sui propagandistici progressi dell'URSS, con la presenza di interviste ad un'operaia,un colcosiano e una contadina. Lenin viene spesso evocato come il Messia di una rivoluzione mondiale.
Tre canti su Lenin è un documentario "lirico", per il particolare trattamento musicale del materiale d'archivio. A lungo gli studiosi di cinema hanno considerato quest'ultimo film il migliore della produzione vertoviana, anche per il suo immediato successo sia in patria che all'estero. Il regista con quest'opera sembra snaturare tutta la propria attività cinematografica precedente, incentrata su uno sperimentalismo originale ma anche inviso a un regime che sta imponendo, proprio a partire dal 1934, il "realismo socialista"....
https://it.wikipedia.org/wiki/Tre_canti_su_Lenin