La Corte Suprema indiana ha confermato la condanna a morte dei quattro autori dello stupro collettivo, avvenuto a Nuova Delhi nel dicembre 2012.
Il verdetto, già pronunciato in precedenza da altre due Corti, ha tenuto conto del concetto di coscienza collettiva, secondo il quale questo reato è passibile solo di pena di morte.
“Non è solo l’assegnazione della condanna – afferma il Pubblico Ministero -, ma il ragionamento del Tribunale ad essere importante per me, esiste una giustificazione dettagliata sul perché in casi del genere debba essere concessa tale pena: in generale, trattasi di un importante precedente per la società”.
“La Corte ha confermato la sentenza di condanna a morte – dice invece l’avvocato di due dei quattro imputati -, ma questa non è giustizia per i poveri, la sentenza viola i fondamentali diritti umani”.
La vittima, una 23enne studentessa in medicina, morì dopo due settimane di agonia in un ospedale di Singapore, a causa della gravità delle ferite riportate in seguito all’aggressione su un bus della capitale indiana.
The death sentence was awarded to them by a trial court and later confirmed by the High Court. https://t.co/G2d1EFZ7mc— The Indian Express (@IndianExpress) 5 mai 2017