La Convenzioni della Nazioni Unite contro la tortura risale al 1984, l’Italia solo ora, 33 anni dopo, ha introdotto il reato di tortura nel codice penale, tra le polemiche. Si riempie un vuoto legislativo che le violenze del G8 di Genova e il caso Cucchi, hanno rivelato in tutta la sua enormità. Sarà punito come tortura un trattamento inumano degradante che si traduca in più azioni e comporti un trauma psichico verificabile; la pena prevista è da 4 a 10 anni di carcere, sale a 12 anni se l’imputato è un ufficiale di polizia.
Walter Verini, deputato PD: “Finalmente l’italia avrà il reato di tortura nel prorpio ordinamento, una legge che punirà gli abusi e non certamente le forze di polizia che ringraziamo per il lavoro che fanno”.
Ma la legge è passata questo mercoledì alla Camera in via definitiva tra proteste e astensioni: a favore Pd e Area popolare, contrari Forza Italia e Lega; 104 gli astenuti: M5s, sinistra radicale e scelta civica.
La sinistra e associazioni per i diritti come Antigone e Amnesty International lamentano che si poteva fare di più, ad esempio eliminando il riferimento alla pluralità di condotte violente e alla verificabilità del trauma psichico; secondo la destra invece la legge è un pasticcio che sollecita indagini contro coloro che le fanno, inibendoli.
In passato la corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha emesso due sentenze di condanna dell’Italia per le violenze alla scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova del 2001, di fatto riconoscendo che fu tortura; l’ultimo pronunciamento è arrivato il 22 giugno con un monito all’Italia ‘adeguare le leggi per punire’ il reato di tortura.