Quarantatrè anni fa, l’invasione turca di Cipro.
Da allora l’isola fu divisa in due: a nord i turchi, a sud i Greci, quelli che decisero di rimanere.
Oggi, per commemorare il 20 luglio del 1974, il Primo Ministro turco si è recato a nord dell’isola per celebrare l’anniversario dell’autoproclamata Repubblica.
Più o meno nelle stesse ore, il Ministro degli Esteri greco ha richiamato “l’intera comunità internazionale a tenere a mente le ripercussioni criminali dell’occupazione”.
Le ferite sono ancora aperte e tanti sono i simboli di quello che per i Greci fu un dramma.
L’aeroporto di Nicosia è forse uno dei più evidenti.
Abbandonato dall’occupazione, immortalato dagli scatti di Andros Efstathiou, che ha scovato alcune delle persone che vi hanno lavorato e gli ultimi passeggeri.
La sua mostra fa parte della PhotoBiennale di quest’anno a Salonicco e dopo sarà nel Museo cittadino.
Sotto tutela delle nazioni unite durante il conflitto, poi diventato zona cuscinetto tra Cipro e Turchia, nessun volo commerciale ha più toccato l’aeroporto da quando vi atterrò l’ormai leggendario 317 della Cyprus Airways proveniente da Londra.
Era appena scoppiata la guerra civile: i suoi 8 passeggeri furono gli ultimi a toccare la pista.