Il turismo cresce in Grecia, ma i lavoratori non ne traggono vantaggio: rivendicando condizioni e salari migliori i dipendenti del settore, che rappresenta il 20% del prodotto interno lordo del Paese, hanno scioperato ed espresso
il loro malcontento davanti alla confederazione del turismo, al ministero e al parlamento. Nel mirino la riforma del lavoro che prevede ulteriore flessibilità, richiesta dai creditori internazionali.
“Dire che la crescita registrata dal turismo con 30 milioni di visitatori avvantaggia non soltanto i datori di lavoro, ma anche noi e il Paese significa dire una grande bugia”, afferma Nikos Papageorgiou, membro del sindacato dei dipendenti di hotel e ristoranti. “Lavoriamo durissimo e non ci danno nulla. Il salario medio è di appena 420 euro in tutto il Paese e ci dicono che con questi stipendi avremo giorni migliori”.
Il settore impiega il 20% dei lavoratori del Paese, ma si basa soprattutto su stagionali che contribuiscono a far fiorire il turismo senza trarne beneficio.
“Credo che ovunque i lavoratori in tutto il mondo non traggano vantaggio dai dollari dei turisti”, commenta un turista statunitense. “Abbiamo prenotato un hotel carino e sono sicuro che al personale daranno poco di quello che paghiamo”.
Secondo il nostro corrispondente Giannis Giaginis, lo sciopero è stato seguito soltanto da una minoranza di lavoratori: “I dipendenti dell’industria turistica hanno scioperato per 24 ore, ma la maggior parte del settore albelghiero ha funzionato normalmente. Il timore dei lavoratori del settore privato di poter perdere il posto li ha dissuasi dal partecipare alle proteste”.