La mafia pugliese e foggiana come una mafia di serie B, una delinquenza fatta da cafoni. È contro questa visione il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti nei giorni in cui l’Italia ha scoperto questa criminalità dopo la strage di san Marco in Lamis con un regolamento di conti fra cosche e due fratelli contadini, freddati per essere stati testimoni involontari di un’esecuzione. Il ministro dell’interno Minniti ha promesso una dura risposta dello Stato, ma oltre 300 omicidi in 30 anni e un capillare controllo del territorio della capitanata non inducono a ben sperare. Così Roberti: “È una mafia che è nata nelle campagne molti e molti anni fa in ambienti agropastorali e che si è evoluta e ora si dedica al traffico di stupefacenti, alle estorsioni soprattutto in costa dove queste rendono molto”.
La mafia foggiana gestisce fra l’altro i mercati della droga, delle vacanze e dell’immigrazione clandestina. Adesso i riflettori l’hanno illuminata, resta da vedere se la risposta del Governo sarà sufficiente.