Mentre le cancellerie di mezzo mondo sono in fibrillazione per le tensioni tra Nord Corea e Stati Uniti, cosa pensano gli abitanti dell’isola statunitense di Guam, i più vicini geograficamente a Pyongyang e direttamente minacciati da Kim Jong-Un? Alcuni reagiscono pregando, in una mano il rosario, nell’altra le istruzioni su come salvarsi da un eventuale attacco nucleare.
E se i fedeli sono convinti che la Madonna porterà la pace, Trump è convinto che le minacce porteranno più turismo nell’isola. L’ha detto anche al governatore Eddie Calvo durante una telefonata tesa a dimostrargli tutto il suo appoggio: “Tanta notorietà potrebbe farvi gioco”- ha detto, e all’altro capo del filo il governatore ha annuito.
Intanto sul fronte coreano pare che migliaia di cittadini si siano offerti per lottare contro gli Stati Uniti, “Io voglio la pace – dice un ragazzo a Pyongyang – ma non sono spaventato. Se gli USA si comportano avventatamente e non tengono in considerazione i nostri avvertimenti, avremmo un’opportunità per spazzare via la fonte di ogni male e riunificare il nostro Paese”.
Una linea molto diversa da quella adottata sotto al 38esimo parallelo, il governo di Seul ha fatto sapere di essere impegnato affinché si allenti la tensione e restino buoni rapporti tra Seul e Washington.