Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani denunciano la pulizia etnica condotta contro i musulmani rohingya dalle autorità di Myanmar. La statunitense Human Rights Watch ha diffuso delle immagini satellitari che mostrerebbero un gran numero di villaggi abbandonati dai profughi e dati alle fiamme. Secondo le Nazioni Unite sono più di 421 mila i rohingya costretti ad espatriare.
“Sono forzati ad andare da Myanmar al Bangladesh, e non potranno tornare indietro. La gente racconta di essere stata cacciata a forza dai propri villaggi dai militari e dalla polizia, e che appena sono partiti i residenti dei villaggi vicini si sono precipitati a occupare le loro proprietà e a dar fuoco alle case”.
Secondo l’associazione, a fianco dei militari birmani ci sarebbero anche molti civili, di religione buddista. La crisi, se non affrontata rapidamente, rischia di causare conseguenze peggiori, sostiene David Milliband, presidente di International Rescue Committee: “È importante che la complessità della politica interna di un paese non travalichi i diritti fondamentali. Disastri umanitari come questo sono benzina sul fuoco della futura radicalizzazione, ed è qualcosa che condizionerà il lavoro dell’Assemblea generale dell’Onu se non verrà affrontata subito”.