Il plebiscito al referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno alimenta i timori di un nuovo conflitto armato.
Nelle stesse ore in cui la commissione elettorale di Erbil annunciava l’oltre 90% di sì a favore dell’indipendenza, il Parlamento di Baghdad dava il via libera al dispiegamento delle forze di sicurezza nella regione di Kirkuk.
E cinquemila volontari turchi sono pronti a combattere per difendere la comunità turkmena dell’Iraq. Il primo ministro iracheno dichiara nullo il voto e esclude qualsiasi negoziato.
“Condanniamo ogni tentativo di diffondere il razzismo e l’odio etnico che hanno il solo scopo di riportare il terrorismo. Quel terrorismo che è riuscito a trarre vantaggio dalle nostre divisioni e dalle nostre differenze”.
L’autorità curda rifiuta di trasferire al governo di Baghdad la gestione degli aeroporti e le compagnie aeree turche, Egypt Air e Middle East Airlines, sospenderanno i loro collegamenti a partire da venerdì.
Turchia, Iran e Siria minacciano sanzioni contro la regione autonoma, mentre Mosca, che ha importanti interessi economici nel Kurdistan, è più cauta, affermando di “rispettare le aspirazioni nazionali dei curdi”.