L’ombra della crisi in Catalogna si è fatta sentire anche sulla Festa nazionale in Spagna. A Barcellona migliaia di persone, sono scese in piazza con slogan contro la secessione ma anche semplicemente in nome dell’unità.
“Da molti anni qui in Catalogna se non la pensi come i nazionalisti non fai parte del gruppo, non sei parte della tribù, ci racconta un ragazzo Ecco perché sono qui, per dimostrare a favore della libertà, sono catalano, ma anhe spagnolo e europeo. La mia bandiera dice tutto. Questo è un atto di ribellione contro il governo catalano e per il bene della mia famiglia e dei miei amici.” “Ormai siamo abituati a questo gioco che il governo catalano è solito fare, ovvero fare delle dichiarazioni e poi smentirle. Vogliamo solo che rispettino la legge, la costituzione e lo stato di diritto”, ci spiega un altro giovane. Non sono mancati momenti di tensione con scontri tra un gruppo di indipendentisti che hanno lanciato sedie contro i manifestanti unionisti.
Spain holds National Day military parade in Madrid as country reels from threat to its unity from #Catalonia independence bid pic.twitter.com/F3blVknkkg— AFP news agency (@AFP) October 12, 2017
Gli strascichi della crisi istituzionale più grave vissuta dal Paese dalla fine del franchismo si sono fatti sentire anche a Madrid. Alla parata militare hanno preso parte Re Felipe VI, il premier Mariano Rajoy, alcuni ma non tutti i presidenti delle regioni autonome. Tra i grandi assenti il leader catalano Puigdemont ale prese con l’ultimatum di Rajoy: se entro lunedì la Catalogna non fermerà la dichiarazione di indipendenza, verrà commissariata. Intanto il vero ultimatum scade giovedi 19 ottobre visto che, se la risposta di Puigdemont sarà affermativa avrà altri tre giorni di tempo per “rettificare”. Il presidente della Generalitat catalana ha parlato via Twitter mercoledì sera “Si chiede dialogo e rispondono con il 155. Ne prendiamo atto”.