L’“operazione mani pulite” lanciata dall’erede al trono saudita Mohammed bin Salman prosegue con gli interrogatori delle persone arrestate che, secondo il procuratore generale, avrebbero già permesso di raccogliere “una grande quantità di prove”. Ad essere arrestati nel blitz del weekend, ora detenuti in hotel a cinque stelle di Riad, sono decine fra principi, ministri, vice ministri, ex ministri e potenti uomini d’affari. Fra loro, il il principe e miliardario Alwaleed bin Talal, uno tra gli uomini più influenti al mondo con un patrimonio che sfiora i 20 miliardi di dollari.
Per Hadley Gamble, corrispondente di Cnbc per euronews, più che di un’operazione “mani pulite” si tratterebbe di un’operazione “piazza pulita” da parte dell’erede al trono. Un modo di far fuori i potenziali nemici e accreditarsi come riformatore: “Mohammed bin Salman, il principe ereditario dell’Arabia Saudita, intende solidificare il suo potere e al tempo stesso combattere la corruzione.
Mohammed sta mostrando che nessuno è al di sopra della legge, che si tratti di investitori miliardari, membri della famiglia reale o ministri.
Si sta muovendo a velocità record contro le istituzioni religiose e i conservatori che non vogliono lasciar guidare le donne.
Sta anche dando ai giovani – la metà della popolazione qui ha meno di 25 anni – una reale speranza per il fuuro. La grossa domanda è se le sue azioni delle ultime 24 ore faranno scappare o meno gli investitori stranieri di cui il principe sa di aver bisogno per cambiare l’economia del paese”.