Paradise Papers: Apple, Nike e altri evasori

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Da un paradiso fiscale all’altro. Le ultime rivelazioni dei “Paradise Papers” mettono in evidenza le strategie di Apple per evadere il fisco. Dopo aver lasciato la base irlandese ormai troppo scomoda dopo le polemiche sollevate dall’Unione Europea, il gigante di Cuppertino ha optato per l’isola di Jersey, dove l’imposta sui profitti societari è pari a zero.

Ma la maxi-inchiesta giornalistica basata sui migliaia di documenti filtrati mette a nudo anche le astuzie della Nike. Il caso è ancora più eclatante dal momento che la marca ha spostato miliardi di profitti alle Bermuda grazie ad un accordo segreto stipulato nel 2006 con l’Olanda.

E a sbiadire i propri colori è poi nuovamente la bandiera del Regno Unito: Lewis Hamilton spicca tra le personalità che hanno evaso in maniera apparentemente legale milioni in fiscalità: almeno 4 quelli risparmiati dal campione di Formula 1 britannico per registrare in Europa il suo jet privato, dal costo non irrisorio di circa 19 milioni di euro. Il tutto grazie ai servizi forniti dall’isola di Man, appartenente alla corona britannica e non al Regno Unito.

Aceto sulle ferite già aperte con le prime rivelazioni dell’inchiesta condotta dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi, guidati dalla Suddeutsche Zeitung, che hanno svelato i profitti miliardari ottenuti dalla Regina d’Inghilterra grazie alla cosiddetta ottimizzazione fiscale.

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