Quello che Xi Jinping definisce uno storico punto di partenza tra Cina e Stati Uniti ha un valore di oltre 250 miliardi di dollari. A tanto ammontano gli accordi economici firmati nel secondo giorno di visita di Donald Trump a Pechino.
Abbastanza per confinare in un comunicato stampa il nodo dei diritti umani e delle isole contese nel Mar Cinese meridionale. Resta quello del deficit commerciale: a settembre è stato di oltre 34 miliardi di dollari il surplus commerciale della Cina con gli Stati Uniti.
“Sia gli Stati Uniti che la Cina avranno un futuro più prospero se riusciremo a creare condizioni di parità economica – ha detto Donald Trump – In questo momento, purtroppo, il vantaggio è unilaterale e ingiusto, ma non accuso la Cina. Dopotutto, chi può incolpare un paese per aver approfittato di un altro paese per il bene dei suoi cittadini, do grande credito alla Cina”.
Tra i beneficiari degli accordi Caterpillar, Goldman Sachs e General Motors. Pechino acquisterà 300 aerei Boeing per un valore di 37 miliardi di dollari.
Tre organizzazioni statali cinesi hanno concluso un’intesa per l’esplorazione dei giacimenti di gas naturale in Alaska, con investimenti per oltre 40 miliardi.
La visita di Trump in Cina sembra procedere a gonfie vele. Sembra.
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