SAL DA VINCI - Un Amore Così Grande - Domenica in 2018

saltheking 2018-03-18

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Puntata 4 marzo

Sal Da Vinci canta UN AMORE COSì GRANDE del grandissimo Maestro del mio Salento GUIDO MARIA FERILLI.

Guido Maria Ferilli si dedica alla musica da sempre. Da quando, ragazzino, parte dal Salento con la “valigia di cartone” e si trasferisce a Milano per inseguire un sogno. Registra i primi “nastrini” (registrazioni su nastro, ndr) con chitarra e voce - «cantavo accompagnandomi con la chitarra perché all’epoca non possedevo un pianoforte», ci racconta – che presenta ai produttori sperando di essere ingaggiato. E, infatti, il suo talento viene subito notato, tanto da attirare l’interesse dei più grandi produttori del periodo, tra cui Claudio Fabi, Detto Mariano. Iniziano le prime collaborazioni di lavoro con le più importanti case discografiche, le prime collaborazioni artistiche e i primi successi. Il bosco no (1971), Momenti sì, momenti no (1974), Rumore (1974) sono alcune delle celebri composizioni di Ferilli. Ma ad oggi la più celebre è, indubbiamente, Un amore così grande: successo mondiale.

La band ha concluso il tour nazionale “Un amore così grande Tour 2014”, con un concerto a Lecce di oltre 25 mila spettatori. «È stato emozionante ascoltare 25 mila persone cantare anche a cappella Un amore così grande» - racconta Guido Maria Ferilli.

«Era il 1976 ed ero impegnato a comporre, con la collaborazione di Vecchioni, un brano per Claudia Mori. Un giorno mi chiama Detto Mariano, tra gli atri produttore di Adriano Celentano e del tenore Mario Del Monaco, chiedendomi di scrivere una canzone per il tenore. Ricordo che in quel momento rimasi spiazzato da quella richiesta perché fino ad allora avevo scritto brani per Mino Reitano, Raffaella Carrà, Caterina Caselli, I Nomadi, attraverso i quali era deducibile il mio stile compositivo. Tuttavia, non volevo deludere le aspettative che il M.° Mariano nutriva nei miei confronti quindi mi sedetti al piano e iniziai a fare dei gorgheggi»

Provò a calarsi nel ruolo del tenore?

«Sì, provai a sentirmi un tenore: immaginai di trovarmi in un teatro e di poter regalare attraverso la mia voce e le note una forte emozione al pubblico. Dopo alcuni tentativi di buttare giù una melodia che fosse all’altezza di un grande tenore quale era Mario Del Monaco, iniziai a suonare le prime note e improvvisamente le mie mani presero a muoversi sul piano senza che io avessi alcun controllo su di loro»

Come se le sue mani fossero state guidate da qualcuno?

«Ho sempre avuto la certezza di aver composto quel pezzo “a quattro mani” due mie e due del Padreterno, perché avevo letteralmente perso il controllo sulle mie, che continuavano a correre sui tasti, finché improvvisamente mi ritrovai a cantare la frase del ritornello “un amore così grande”, proseguendo poi con frasi onomatopeiche per accompagnarmi sulle note finali del brano».

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