https://www.pupia.tv - Operazione “Le Piramidi” con l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, per un valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro nei confronti di 3 persone ritenute appartenenti ad una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di truffa aggravata mediante la raccolta e gestione di risparmi, la vendita di strumenti finanziari fasulli ed a struttura piramidale, in assenza delle prescritte autorizzazioni in danno di oltre un centinaio di risparmiatori dislocati su tutto il territorio nazionale.
Tra gli indagati anche un funzionario, ora in pensione, di un Istituto di credito che ha fornito il proprio supporto ai membri dell’associazione nell’individuazione dei potenziali clienti. Le complesse indagini eseguite dal comando provinciale della Guardia di Finanzia di Reggio Calabria e dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno consentito, tra l’altro, di tracciare le ricchezze illecitamente accumulate dagli indagati, e pertanto sono stati sottoposti a sequestro disponibilità finanziarie detenute su conti corrente ubicati in Italia e nell’isola di Tenerife (Spagna), terreni siti a Reggio Calabria e 127 oggetti preziosi tra cui diamanti, collane, bracciali, anelli in oro, orologi di alto valore altre pietre preziose e 241 monete di argento.
La misura cautelare deriva dalla convergenza di più attività investigative coordinate dal dottor Gerardo Dominijanni, procuratore vicario, e dal sostituto procuratore Marco Lojodice, che hanno consentito di rilevare come gli indagati, agendo sotto lo schermo di società finanziarie appositamente costituite in Italia e all’estero, si facessero consegnare somme di denaro dai malcapitati clienti prospettandogli il reinvestimento in fondi di risparmio e promettendo tassi di interesse particolarmente allettanti, talvolta anche fino al 40%.
I membri dell’associazione incameravano, quindi, le somme e successivamente, al fine di rendere più credibile lo schema truffaldino, provvedevano al rimborso, ancorché solo parziale delle stesse, in piccole “tranche” e mediante ricariche su carte prepagate. Peraltro, a fronte delle somme ricevute a titolo di investimento, gli indagati facevano in modo che i soggetti truffati stipulassero polizze assicurative fittizie a garanzia degli investimenti, riuscendo così ad incamerare indebitamente ulteriori somme di denaro. Tali falsi piani assicurativi, gestiti da uno dei sodali mediante una società nel padovano, oltre a dare una parvenza di garanzia all’investimento, incoraggiavano i potenziali clienti a stipulare i predetti strumenti finanziari.
Le articolate indagini esperite hanno consentito anche di rilevare che gran parte degli investimenti avveniva mediante la stipula di contratti di associazione in partecipazione all’interno di strutture piramidali (cosiddette “Multi level marketing”), tra le quali i networks “Adamax”, “Unetene