Enna - Le mani della mafia sul Parco dei Nebrodi: indagati imprenditori e funzionari (11.07.20)

Pupia Crime 2020-07-11

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https://www.pupia.tv - 12 indagati, tra cui dieci imprenditori agricoli e due funzionari pubblici "infedeli", sono stati destinatari di provvedimenti di perquisizione dei militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Nicosia, del comando provinciale di Enna e della compagnia Pronto impiego di Catania. Nell'ambito della stessa operazione, le Fiamme gialle hanno notificato un avviso di garanzia a 14 indagati.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, estorsione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. E' contestata anche la circostanza aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso. Al centro dell'inchiesta l'assegnazione "condizionata dall'influenza mafiosa di 1.100 ettari di pascoli del Parco dei Nebrodi mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete tenute, tra il 2014 e il 2017, da parte dell'Azienda speciale silvo pastorale di Troina", come spiegano le fiamme gialle.

In una nota, gli investigatori sostengono: "Gli indagati, tutti imprenditori agricoli, con la connivenza del direttore pro-tempore dell'Azienda Silvo-Pastorale - che procedeva anche all'arbitrario frazionamento del valore dei contratti al di sotto della soglia all'epoca prevista per le verifiche antimafia - avvalendosi del metodo mafioso e alla forza intimidatrice hanno di fatto monopolizzato le procedure negoziali, scoraggiando l'accesso alle stesse ad altri concorrenti con fondate aspettative di aggiudicazione della gara pubblica, ottenendo in tal modo l'assegnazione di lotti pascolivi mediante la presentazione di offerte "incoerentemente" minime - previamente concordate tra i coindagati - rispetto a quelle fissate a base d'asta".

"L'operazione di oggi è un ulteriore forte segnale di ripristino della legalità colpendo chi cerca di aggirare la legge dello Stato. – dice l'ex presidente del Parco Giuseppe Antoci, che fu vittima di un attentato – La mafia dei terreni ha prosperato per anni, adesso, invece, fa i conti con lo Stato. Fra i soggetti coinvolti anche personaggi utilizzati per cercare di delegittimare me, la magistratura e le forze dell'ordine attraverso il tentativo di sminuire la valenza mafiosa dell'attentato. Ma quell'imbarazzante vicenda è naufragata miseramente". (11.07.20)

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