Il progetto "io do una mano" nasce a Genova con l'idea di fornire ai bambini senza arti ausili che sembrano giocattoli ma che aiutano i piccoli ad adattarsi ad una fase particolare della loro vita, in attesa di poter usufruire delle protesi definitive. "Seguiamo i bambini e le loro famiglie - spiega Elena Parodi, responsabile del rapporto con le famiglie - e realizziamo gli ausili sulla base dei gusti dei piccoli". Sono dispositivi abbastanza semplici che vengono creati con la tecnologia di stampa 3d, in un laboratorio, il MadLab nel quartiere genovese della Maddalena, utilizzando per buona parte in plastica riciclata. Una soluzione a basso costo che permette di aiutare questi bambini ad accettare le proprie differenze in una fase particolare della loro vita. "Quando questi pazienti saranno adulti potranno avere protesi mediche sofisticate e si spera definitive - spiega il presidente, Roberto Rossi - ma in età infantile, con il fatto che i bimbi crescono molto velocemente, nessuna famiglia o servizio sanitario può mettere a disposizione protesi che si possono utilizzare solo per pochi mesi". .Servizio di Fabrizio Cerignale