Perugia - Usura e truffa, confiscati beni a imprenditrice socialmente pericolosa (03.11.21)

Pupia Crime 2021-11-03

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https://www.pupia.tv - I finanzieri del Gico - Gruppo investigazione criminalità organizzata di Perugia hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro e contestuale confisca, in applicazione della normativa antimafia, nei confronti di un’imprenditrice, di origini piemontesi, residente a Perugia. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo umbro.

La donna, titolare di una ditta individuale operante nel settore della consulenza amministrativa, è stata ritenuta “socialmente pericolosa” per aver commesso, nell’ultimo decennio, con “sintomatica continuità” una serie di reati: dall’usura (talvolta aggravata, perché in danno di soggetti che si trovavano in stato di bisogno) alla truffa; dall’esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria all’esercizio abusivo di attività di giuoco o scommessa nonché frode fiscale, per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Priva di redditi che giustificassero le disponibilità finanziarie, mobiliari ed immobiliari accumulate nel tempo, la stessa ha intestato fittiziamente a terzi il proprio patrimonio, attraverso un meccanismo consolidato, disvelato dagli investigatori delle Fiamme Gialle: l’imprenditrice otteneva mutui bancari – poi non onorati – utilizzati per l’acquisto di immobili, che venivano poi “riacquistati”, formalmente da altri soggetti, al termine della conseguente procedura esecutiva avviata dalle banche ed a prezzi notevolmente inferiori alle valutazioni di mercato.

Il fine ultimo delle operazioni era proprio quello di sottrarre i beni alla possibile applicazione di provvedimenti di carattere ablativo nell’ambito di procedimenti di prevenzione, che, in virtù del curriculum criminale, si paventavano come probabili e che, in effetti, sono stati tempestivamente proposti dagli organi investigativi. Le puntuali ricostruzioni delle transazioni finanziarie ed economiche operate dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare, oltre ad immobili e terreni, magazzini e capannoni industriali nonché quote societarie, intestati fittiziamente a prestanome, ma, di fatto, attribuibili all’imprenditrice.

La sproporzione tra i redditi dichiarati e le disponibilità patrimoniali è stata, quindi, ricondotta – sulla base di analitiche ricostruzioni dei flussi finanziari e delle acquisizioni patrimoniali in rapporto alla parametrazione temporale dei fatti delittuosi – proprio all’accumulo dei profitti illeciti, perpetrati nel corso di oltre un decennio gran parte dei beni confiscati era stata, peraltro, già oggetto di una precedente misura cautelare, adottata dal Tribunale di Perugia, per ipotesi di intestazione fittizia di beni, allo scopo di impedire l’alienazione dei beni frutto dei numerosi e gravi delitti commessi. Disposto il sequestro e la contestuale confisca di immobili e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 700mila euro. (03.11.21)

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