A San Marino le donne avranno ora un diritto in più: quello di poter scegliere se portare a termine o meno una gravidanza non voluta. È in un bar di Borgo Maggiore che è esplosa la gioia dei sostenitori del sì al referendum sulla depenalizzazione dell'aborto. Tra abbracci, lacrime e urla, la tensione di anni di lotta e di una campagna referendaria dura ha lasciato finalmente il posto alla consapevolezza di aver conquistato una vittoria storica. "Il sì ha vinto con il 77,30% dei voti" - dice Valentina Rossi dell'Unione Donne Sammarinesi, l'associazione promotrice del referendum - ora inizia una strada meravigliosa perché con un sí così determinato potremo finalmente avere una legge anche per San Marino e assistere le donne che dovessero aver necessità di ricorrere all'Ivg". Sino a quando non verrà legiferato però per le donne l'unica possibilità di interrompere un gravidanza non desiderata rimarrà quella adottata dal 1978 a oggi: affidarsi alla sanità italiana, pagando di tasca propria. Così ha fatto Mirella, nome di fantasia, che in lacrime spera che "nessuna debba più vivere un'esperienza simile". "Ti fanno sentire un assassino - racconta - quando sono tornata qui dopo l'operazione e ho provato a chiedere al mio medico un certificato per malattia mi ha detto di andarmene perché avrebbero potuto arrestarci".
Servizio di Valerio Lo Muzio e Valentina Ruggiu