Modena, 17 ott. (askanews) - La guerra, l'aumento dei prezzi, le incertezze economiche, le difficoltà sul posto di lavoro e le bollette che sono schizzate alle stelle. A questo si aggiungono i postumi del Covid che ancora continuano a generare preoccupazione, ansia e depressione tra gli italiani. A farne le spese sono soprattutto i giovani a cui vengono diagnosticate patologie psichiche in maniera maggiore rispetto agli anni pre-pandemia. A denunciarlo è Fabrizio Starace, componente del Consiglio superiore di sanità e direttore del dipartimento di Salute e mentale e dipendenze psicologiche dell'Ausl di Modena. Nel presentare la settimana della salute mentale "Màt" dal 22 al 29 ottobre a Modena, ha citato i dati di Unicef secondo i quali un minorenne su cinque in Italia, circa 2 milioni, soffre di qualche disturbo di salute mentale; è raddoppiato il numero degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria infantile."Noi verifichiamo una maggiore frequenza di disagio - ha spiegato Starace -. Poi affrontando con le persone e prendendo in considerazione scopriamo che si tratta di un disagio più legato alle condizioni economiche e lavorative, mentre ieri era legato al lockdown o alle conseguenze della pandemia. Il disagio psichico è la modalità per esprimere una difficoltà da parte delle persone, poi tocca a noi decodificare queste difficoltà e considerare le persone che presentano un disagio psichico come indicatori di una condizione che riguarda ciascuno di noi. In qualche modo le persone che esprimono un disagio psichico ci mettono in guardia verso problemi che hanno a che fare con tutta la società".I giovani e gli adolescenti, ha chiarito Starace "sono la parte della popolazione che è stata più colpita da queste difficoltà. Perché sono vite in evoluzione, che si vanno plasmando e hanno necessità di guardare al futuro. Se questo futuro appare fosco o addirittura senza prospettive è evidente che questa condizione impatterà molto sulla loro capacità di impegnarsi oggi per ottenere un risultato domani. A questo io credo che legata la presenza di tante modalità anche comportamentali che osserviamo in questo periodo, dal fenomeno delle baby gang agli atti di autolesionismo che arrivano nei Pronto soccorso. Credo che questi siano tanti elementi che segnalano la stessa medesima difficoltà".