Made in Italy, a Firenze gli Stati generali della Pelletteria

Askanews 2022-10-19

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Firenze, 19 ott. (askanews) - Il sistema della pelletteria italiana ha retto ai colpi della pandemia, e adesso, più che mai, sente il bisogno di puntare sulla formazione dei giovani e sulla capacità di aggregarsi. Lo conferma lo studio realizzato da Assopellettieri in collaborazione con The European House - Ambrosetti e presentato in anteprima nel corso dalla terza edizione degli stati generali del settore, evento organizzato da Assopellettieri e co-promosso dal Comune di Firenze. Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri: "E' fondamentale investire sulla formazione, far capire ai ragazzi che la pelletteria è un posto bello dove fa un bel lavoro e quindi avere opportunità perché la pelletteria ha delle prospettive eccezionali - ha dichiarato Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri - Noi produciamo per tutti i grandi brand del lusso e tutti vogliono venire in Italia a produrre. Poi c'è il grande tema dell'aggregazione perché le piccole aziende dovranno pensare ad aggregarsi. Capisco che in Italia è un argomento molto difficile, perché i piccoli imprenditori fanno fatica. Ma l'associazione e il Governo dovranno dare dei suggerimenti per far aggregare le aziende"Del resto la pelletteria è in forte espansione a livello mondiale. Dagli attuali 72 miliardi di dollari, lo studio The European House-Ambrosetti prevede un balzo fino a 100 miliardi di vendite nel 2027. con una crescita del 6.5% annuo. L'Italia rappresenta il primo Paese in Europa per addetti e saldo commerciale, ma una struttura frammentata; 5000 le aziende con una media inferiore ai 10 addetti.Intanto, con il primo posto di Firenze e il quarto di Pisa nella classifica nazionale dell'export, la Toscana si conferma la locomotiva della pelletteria italiana. Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri: "Il settore ha resistito nella sua interezza - ha sottolineato Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri - l'obiettivo di Assopellettieri era di non perdere neanche un pezzo della sua filiera produttiva e ci siamo riusciti anche grazie all'attrattiva che i nostri territori hanno, in particolare quello toscano. Il nostro territorio è così denso di saper fare, che viene da almeno 70 anni di storia del nostro artigianato. Qui ci sono tutti quei saperi necessari per potervi impiantare un vero polo del lusso".Aggregazione, innovazione, tracciabilità e digitalizzazione sono le sfide a cui è ora è chiamato questo settore, così strategico per il Made in Italy.

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