Roma, 2 feb. (askanews) - "Sembrerà stupido, sembrerà banale ma tendo a lasciare i sentimenti da un'altra parte perché già la canzone è difficile da vivere, non tanto da interpretare, ogni volta che la faccio sono talmente coinvolto che non posso provarla se non al massimo. Devo cercare di trovare la maniera di provare abbastanza, ma non troppo, perché mi distrugge...Sono talmente preso da questa giostra, perché devo stare fuori dalla giostra ma allo stesso tempo la giostra non mi deve influenzare. Oramai sono grande, ho 50 anni e so quando sbaglio e cerco di evitare"Gianluca Grignani, dopo essere stato ospite di Irama nella scorsa edizione, torna in gara al Festival di Sanremo con l'inedito "Quando ti manca il fiato". "Questa canzone ha 10 anni, l'ho buttata giù d'istinto. Molto bobdylaniana, e la melodia tende ancora ad esserlo. Ho lavorato sul testo. Si intitolava Ciao papà, poi Addio papà e adesso Quando ti manca il fiato. In realtà è esistenzialista. Parlo prima di padre e poi da figlio, ma poi parlo da qualcuno che dà una soluzione quando ci si rende conto che la vita ti fa mancare il fiato. A me è successo che ero piccolino, quando mio padre mi disse che bisogna morire""Ogni persona, quasi tutti, prima o poi si renderanno conto che la vita ti toglie il fiato e quando ti capita questo è un modo di reagire. La canzone tende ad essere un mantra. Sto andando a Sanremo, non me ne fregava niente di andarci, però ci vado. Un motivo c'è e anche se scrivo una canzone ci sarà un motivo".