Milano, 13 mar. (askanews) - A sei mesi dall'entrata in vigore della riforma sulla Giustizia Tributaria, l'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili - l'Ungdcec - presieduta da Matteo De Lise, ha riunito magistrati, giuristi, professionisti per una sorta di prima verifica della sua efficacia. Nell'incontro di lavoro che si è svolto a Roma, oltre agli apprezzamenti complessivi sull'impianto e le finalità della riforma, sono emerse però soprattutto una serie di criticità presenti nella normativa accompagnate dall'auspicio che il legislatore possa presto risolverle. "Una riforma ha bisogno di gambe; una riforma senza gambe non va da nessuna parte - ha sottolineato il consigliere della Corte di Cassazione Enrico Manzon, che nel suo intervento ha insistito soprattutto sulla necessità di incrementare l'organico e le risorse dedicate alla Giustizia Tributaria - Quindi se si vuole dare alla riforma delle gambe, e delle gambe che siano in grado di camminare subito, non tra qualche anno, bisogna fare almeno tre cose: accelerare i concorsi, stabilizzare una quota di non togati; e capire cosa far fare ai pochi togati che hanno optato oppure riaprire l'opzione. Adesso nel Pnrr non si è fatto un granché; nella legge delega che sta per uscire: vedremo!".Di "messe a punto" necessarie al nuovo assetto della Giustizia Tributaria hanno parlato anche i professionisti: commercialisti e avvocati. Anche da parte loro si auspica che le segnalazioni e le criticità evidenziate possano essere risolte in breve tempo, con soluzioni portate - auspicabilmente - già nella prossima riforma fiscale che, con la presentazione della legge delega in Consiglio dei ministri, sta per prendere forma. "Le criticità di questa riforma sono parecchie e le abbiamo evidenziate nel convegno - ha detto Marco Greggio, avvocato e giurista d'impresa del Foro di Padova - A mio avviso ci sono un paio di aspetti però che vanno corretti già in itinere. La prima: quando c'è l'invio da parte della Cassazione alla CTR la Commissione tributaria regionale, con la riduzione dell'aliquota al 90%. Ecco questa aliquota deve essere ridotta maggiormente, e questo è un auspicio che faccio. Il secondo aspetto è la parificazione generale dei vantaggi in caso di vittoria in primo grado e in secondo grado. E il terzo aspetto, ma non ultimo, è quanto sottolineato già dal Consigliere di Cassazione che ha partecipato all'incontro, ed è quello della necessità di implementare l'organico dei magistrati"."Le criticità principali stanno nel fatto che il giudice tributario continua ad essere dipendente di una delle parti in causa, cioè fa comunque riferimento al Mef e questo è chiaramente una minaccia per la libertà e la indipendenza di giudizio. Cosa di cui gli stessi magistrati tributari credo siano assolutamente concordi - ha detto Federico Giotti - membro della Giunta esecutiva dell'Ungdcec, l'Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili - E ancora: è necessario riequilibrare l'onere probatorio richiesto alle parti, perché tramite il sistema delle presunzioni si è venuta a creare uno squilibrio tra le parti perché viene posto a carico del contribuente la necessità di dare magari una prova negativa".Malgrado la segnalazione delle diverse criticità, nel corso dei lavori tutti i partecipanti hanno evidenziato e condiviso l'indirizzo principale che persegue la normativa: deflazionare il contezioso e agevolare una pace tra contribuente e amministrazione.