Milano, 21 mar. (askanews) - In Italia si fa un uso eccessivo di antibiotici e non a caso il nostro è un paese fanalino di coda in Europa nella lotta contro l'antibiotico resistenza. A lanciare l'allarme sono clinici ed esperti che fanno parte di ENASPOC, la rete multidisciplinare europea creata nel 2022 proprio con l'obiettivo di individuare soluzioni efficaci per combattere la resistenza antimicrobiotica. "L'Italia ha sicuramente un consumo di antibiotici superiore alla media europea e questo spiega perchè anche ha anche un tasso di resistenza superiore alla media europea", spiega ad askanews Ivan Gentile, Professore di Malattie Infettive dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.Il punto è che un uso eccessivo di antibiotici li rende meno efficaci. Ma per invertire la rotta basterebbe ispirarsi alle soluzioni già adottate con successo in altri paesi europei: "Alcuni Paesi del Nord Europa da molti anni utilizzano dei test rapidi per, in qualche modo, personalizzare la terapia e per ridurre in maniera sicura il consumo di antibiotici - puntualizza l'infettivologo -. Uno dei test che viene utilizzato in maniera routinaria è la proteina C-reattiva da sangue capillare: è un test che dà dei risultati in pochissimi minuti, un test economico, semplice e che riesce a discriminare la presenza di infezioni batteriche gravi da infezioni virali o infezioni batteriche lievi. Quindi è qualcosa che in Italia dovremmo implementare soprattutto al Sud dove abbiamo consumi ancora più alti ma io direi in generale in tutto il Paese".Un problema ancor più grave per la popolazione pediatrica e in particolare per bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni: "Quattro su 10 bambini ogni anni ricevono un antibiotico terapia contro 1 su 10 in Danimarca. Per più della metà di questi bambini, la prescrizione è inappropriata", sottolinea Annamaria Staiano, Presidente della Società di Pediatria, che precisa: "Ci sono già lavori in età pediatrica che mostrano come il ricorso al PCR rapida possa ridurre la prescrizione inappropriata di antibiotici in più del 44% dei casi. Quindi veramente un risultato significativo che può contrastare questa pandemia dell'antibiotico resistenza".Un ricorso più massiccio ai test rapidi porterebbe a forti benefici economici soprattutto per il Sistema Sanitario Nazionale: "Una buona gestione dell'antibiotico resistenza di prevede che possa determinare un risparmio intorno a 1 miliardo e 400 milioni di euro. Questo soprattutto se si riesce a dare strumenti a una medicina generale che sia un po' più innovativa. Io sono piuttosto rammaricato delle occasioni perse", puntualizza Silvestro Scotti, Segretario Generale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, che avverte: "O noi diamo una risposta di prossimità a questa esigenza, quindi il cittadino che viene con un sintomo, va preso in carico da un medico che deve avere una potenzialità di risposta organizzativa, diagnostica e terapeutica che non può essere più solo lasciata alle mani o ai piccoli strumenti che si possono trovare in uno studio di medicina generale. A meno che non si voglia rendere quel medico l'utile idiota colpevole di tutti gli altri disservizi. E qualche sospetto ci sta venendo".