Roma, 5 lug. (askanews) - L'intolleranza, i conflitti, le frustrazioni e le superstizioni degli abitanti di un piccolo villaggio verso i lavoratori stranieri sono al centro di "Animali selvatici" di Cristian Mungiu, nei cinema dal 6 luglio. Siamo in Transilvania, dove il protagonista torna dopo aver lasciato il suo impiego in Germania. Lì lui e la sua comunità si schierano contro i lavoratori cingalesi che hanno trovato lavoro in una piccola fabbrica locale. Il regista rumeno ha presentato il film a Roma. "La Transilvania rappresenta quello che sta succedendo oggi: cosa è l'Europa, cosa è il mondo. Un territorio con differenti popolazioni, etnie, religioni che devono imparare a coesistere".Gli episodi di intolleranza e razzismo che vediamo nel film ricordano quelli di cui spesso sono stati protagonisti gli italiani nei confronti dei rumeni. "Temo che sia stato sempre così nella storia dell'uomo: lo straniero è percepito come diverso, perché lo conosci poco e non appartiene alla tua tribù. E' facile individuare un nemico tra chi conosci meno".Il film evidenzia alcuni problemi che riguardano non solo la Romania, ma molti Paesi che avvertono l'Europa lontana e le sue regole e quelle del lavoro ingiuste."Dobbiamo ascoltare le opinioni di tutti: è troppo semplice dire 'non bisogna essere razzisti'. Bisogna ascoltare i problemi delle persone, non tutto è uguale in tutte le comunità. Credo che in Europa sia necessario essere coinvolti in una sorta di dialogo, comunicare, non pensare che noi abbiamo ragione. Questo genera solo conflitto e i conflitti non risolvono le cose".