Komatsu, 10 ago. (askanews) - Si è conclusa sulla base aerea di Komatsu, in Giappone l'esercitazione congiunta tra l'Aeronautica Militare e la Japan Air Self-Defence Force. L'operazione cha ha coinvolto, tra gli altri, anche i supercaccia F-35 italiani, ha avuto modo di testare, in particolare, le capacità expeditionary cioè di rischieramento della Forza Armata - a oltre 10mila km di distanza da casa - come ha sottolineato il Comandante della Squadra Aera dell'Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Alberto Biavati."Diecimila km, con 10 velivoli, non è una cosa di tutti i giorni - ha detto - conferma la capacità expeditionary della Forza Amata e conferma anche che siamo in grado di mantenere il ruolo di leadership nella linea F-35 dove abbiamo stabilito l'ennesimo, nuovo, primato come Stato europeo, portando per primi in Giappone gli F-35".A Komatsu si è recato in visita al contingente italiano anche l'Ambasciatore d'Italia in Giappone, Gianluigi Benedetti.Piloti, operatori di volo e tecnici si sono addestrati con i colleghi giapponesi per condividere tecniche, obiettivi e procedure operative, in particolare legati proprio all'utilizzo dei caccia omniruolo di quinta generazione. Una collaborazione già in corso anche per l'addestramento dei piloti giapponesi alla International Flight Training School (Ifts) in Sardegna e che potrà avere anche altri risvolti operativi, in particolare per lo sviluppo del jet di nuova generazione "Tempest"."Questo è solo prodromo di quello che succederà in futuro - ha concluso il Generale Biavati - sia col programma F-35, nel quale siamo partner ambedue e siamo gli unici due Paesi che hanno una Faco (Final Assembly and Check Out Facility) ma, soprattutto, perché con il Giappone potremmo sviluppare delle sinergie e delle capacità che, ovviamente, lavorando insieme potranno sempre migliorare e svilupparsi ulteriormente".