(Adnkronos) - “Il nostro centro già dal 1995, da quando abbiamo accolto pazienti affetti da sclerosi multipla, si è posto il problema di creare dei canali per semplificare e dare corsia preferenziale a questa tipologia di pazienti. Con la pandemia, è partito ufficialmente il progetto EcoSM, per studiare approfonditamente quanto la visita in remoto potesse differire, rispetto a quella in presenza. Per questo, abbiamo fatto uno studio pilota, rivolto ai pazienti con bassa o nessuna disabilità, accorgendoci che la televisita non riscuoteva consenso, per diverse ragioni, tra le quali i limiti tecnologici. La situazione migliorava, invece, in presenza del caregiver. Per questo, sarebbe necessaria una piattaforma comune che permettesse di coordinare, a livello regionale e nazionale, e gestire le televisite, sia dal punto di vista tecnologico che medico-giuridico”. Lo ha detto Francesco Patti, responsabile Centro Sclerosi multipla dell’Aou Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania, in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine “Stato dell’arte e prospettive per la telemedicina nella gestione dei pazienti con Sclerosi multipla” promossa dalla Società italiana di neurologia (Sin), dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e dall’azienda biotecnologica Biogen, in collaborazione con ILHM-Unict (Centro studi avanzato in innovazione, leadership and health management) e con il contributo della prof.ssa Valeria Tozzi del Cergas di Sda Bocconi.