Vi risparmiamo la favola del brutto anatroccolo che si trasforma in cigno (o che è sulla strada per diventarlo): gli hanno già chiesto cento volte di raccontarla, e noi non insisteremo per fargliela ripetere ancora una. Anche perché Yacine Adli è molto più di questo; molto più, cioè, del ventitreenne talento francese acquistato dal Milan a fine agosto di 3 anni fa, lasciato in prestito per altri dodici mesi al Bordeaux da cui proveniva, riportato definitivamente in Italia nell’estate di due anni fa, rimasto in naftalina per un campionato all’ombra di Brahim Diaz e De Ketelaere, i due trequartisti suoi concorrenti nel ruolo, e riemerso prepotentemente in questa stagione, con posizione e mansioni diverse sul campo. Una nuova dimensione, frutto di perseveranza, lavoro, sacrificio, autostima. Ce ne sarebbe abbastanza, invece no. Perché Yacine Adli è molto più di questo.