La battaglia con la vita Gaetano Di Vaio l’ha vinta eccome. Lascia una splendida famiglia; una comunità di amici e colleghi entusiasti dell’esperienza del Cinema che, nell’area Nord di Napoli, è soprattutto una invenzione sua, perché di Di Vaio è anche padre della Bronx Film. E lascia tanti audiovisivi ma, soprattutto, ha fatto scuola con le autoproduzioni alla napoletana (alla Di Vaio) che però poi finivano a Cannes e a Venezia. Ma chi era veramente Gaetano Di Vaio lo dicono le decine di testimonianze di persone che ha raccolto lungo la strada, facendole innamorare del suo Cinema o facendole (ri)appassionare alla vita. Per dirla in una parola. Questo raccontano i commenti qui selezionati. Tra centinaia. Hai ferite da sanare? Meglio, hai un motivo in più per guardare il mondo. Covi troppa rabbia ? Prendila e fanne forza per i tuoi progetti. Gaetano Di Vaio questo aveva di prezioso, era capace, con uno sguardo, un atteggiamento, di spiegarti che non ne vale la pena, che l’energia che covi va ben spesa. Al Bari Film Fest per una delle sue ultime produzioni ha inveito contro la grande distribuzione assestando il colpo con una battuta, «il film costa un milione e mi dai settantamila euro per 10 anni di diritti ? Pigliati pure ‘a vita mia» e la platea è stata sua. Gaetano Di Vaio mancherà, perché d'altri come lui veramente non ce n’è. Di Vaio era uno specchio. D’una lucidità unica. Quando lo conobbi mi raccontò che aveva scansato per un pelo un proiettile vagante. Erano altri tempi nell’area Nord di Napoli. Aveva già i capelli bianchi e io no. Da allora ne ha fatta di strada. La prima volta che è approdato seriamente a Venezia è stato con “La Bas” di Guido Lombardi, quando i due grandi amici ebbero l’intuizione far sbarcare gli attori extracomunitari al Lido su un gozzo come quelli delle traversate della speranza, facendo stendere un red carpet sulla sabbia ai Pcb. Un genio. Comunista nel midollo. Convintamente e strutturato, grazie allo studio cominciato in prigione. Per capire come è cambiata Scampia oggi, grazie anche al lavoro di Gaetano Di Vaio, basta leggere il ricordo dello scrittore editore Rosario Esposito La Rossa. «CIAO GAETANO Ti ho conosciuto in un momento di delirio della mia vita. Mi hai intervistato mentre i tossici si bucavano fuori al liceo di Scampia. Mi facevi paura all'inizio con quella tua voce. Sei stato il primo che mi ha fatto uscire fuori dal quartiere. Il primo che mi ha portato a Napoli, Aret a' Palm, al Vico della Tofa. Tu sei stato il primo che mi ha raccontato cos'era il comunismo. Ci hai portato al San Paolo a vedere il ritorno di Maradona a Napoli. A vedere Napoli dalla Certosa di San Martino. Gaetà mi hai insegnato, ci hai insegnato, che quando la vita ti presenta il conto, bisogna ragliare, come i ciucci. Sei stato l'esempio di riscatto più grande dell'area nord di Napoli. Da Piscinola a Cannes. Dal carcere al cinema. Mi piace ricordati col sorriso che hai in questa foto, col pugno chiuso e con quella frase che ripetevi sempre: "Non mi avrete mai"». E allora si capisce perché fa un certo effetto leggere la “fredda cronaca” (per dirla grottescamente con una battuta di Antonio Albanese) dei titoli social che recitano «l’uomo è rovinato sull’asfalto in circostanze ancora tutte da chiarire»; oppure i lunghi preamboli sui trascorsi giovanili di Di Vaio, il riformatorio e la galera. Perché quell’«uomo» è Gaetano Di Vaio, lo conoscono tutti. Lo ricordano a Presa Diretta, lo ricorda Domenico Iannacone. E quel ragazzo finito in prigione tanti anni fa, Di Vaio, lo ha abbracciato tutta la vita per farne un uomo come pochi. Pubblichiamo pertanto un comunicato della Bronx Film. «Nel ringraziare tutti gli organi di stampa che hanno dedicato uno spazio alla notizia della morte di Gaetano Di Vaio, la Bronx Film sente il dovere di inoltrare alcune precisazioni per agevolare la divulgazione di informazioni più consone e rispettose del percorso umano e professionale compiuto da Gaetano. Dopo rocamboleschi trascorsi nel mondo della microcriminalità napoletana e alcuni anni di reclusione nel carcere di Poggioreale, Gaetano Di Vaio è diventato un produttore, regista, autore ed attore. Nel 2003 fonda Figli del Bronx (dal 2015 Bronx Film) e cura una serie di eventi culturali cittadini legati al sociale, cercando di coinvolgere le realtà più dissestate. La Bronx Film di Gaetano Di Vaio, diventa in pochi anni una delle realtà indipendenti più interessanti nel mondo della produzione cinematografica italiana. Ha realizzato cortometraggi, documentari e lungometraggi presentati nell'ambito dei più prestigiosi festival nazionali ed internazionali, ottenendo importanti riconoscimenti. Sempre attento al tema del sociale, delle ingiustizie e dalla parte dei più deboli, è un punto di riferimento per la cin...