Vi voglio parlare di un convegno importante di storia “èStoria” a Gorizia che si è tenuto domenica scorsa. Ho partecipato a un dibattito che magari alcuni di voi hanno anche visto: c'erano Marco Travaglio e uno storico israeliano molto autorevole Benny Morris. Era ovviamente su Israele, la Palestina, Gaza. Però non voglio parlarvi di quello ve lo potete andare a vedere su YouTube, c'è anche nella versione integrale. A me ha colpito un dettaglio ai margini, di cui vi voglio parlare oggi. E cioè: di noi tre - che presentavamo delle posizioni diverse, è stato un dibattito civile - quello che portava lì a Gorizia Al Festival “èStoria” le posizioni più controverse era senza dubbio lo storico israeliano. Un progressista, un uomo di sinistra che però ultimamente - per lo choc del 7 ottobre - ha preso sui palestinesi delle posizioni molto più dure che in passato come peraltro la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica israeliana. Ma di nuovo non voglio entrare nel merito. Voglio raccontarvi di questo dettaglio marginale. Benny Morris diceva delle cose che io sapevo avrebbero scandalizzato, urtato una parte del pubblico. Eppure quando lui le diceva, c'era silenzio in sala perché Benny Morris parlava in inglese. Poi subentrava la traduzione e, alla fine della traduzione, dalla sala arrivavano grida, proteste, fischi, dissenso civile. Ma a Gorizia, nel nord est, in una delle città più ricche, moderne, evolute d'Italia, l'inglese ancora lo parlano e lo capiscono in pochi. E mi è stato detto che questa cosa cambia improvvisamente se uno, a poche centinaia di metri dalla sede di quel convegno, si reca Nova Gorica. È la città gemella, l'altra metà di Gorizia, in Slovenia, dove l'inglese lo sanno tutti. Ora sto parlando del pubblico di un festival importante, con 200 eventi e con ospiti da tutto il mondo. I partecipanti in sala erano chiaramente persone colte, gente che legge, legge libri di storia. Ma, vedete, un episodio abbastanza simile mi era accaduto l'estate scorsa in Liguria: in vacanza ero andato in un cinema all'aperto a vedere “Barbie”. C'erano nel pubblico tantissime mamme con figlie, quindi ragazzine, moltissimi milanesi in vacanza che hanno la casa di villeggiatura in Liguria. Per un errore il tecnico ha mandato in proiezione la versione originale inglese e dopo pochi minuti è scoppiato un putiferio in sala di ragazzine milanesi in vacanza in Liguria che non capivano l'inglese. Qui abbiamo un problema, guardate: perché non è possibile che in Slovenia un paese che è entrato nell'Unione europea molto più tardi, Paese più povero, piccolo tutti sappiano l'inglese e dall'altra parte del confine no. E in nord Europa ci sono Paesi che conosco bene, dalla Danimarca alla Svezia, dove le grandi università insegnano ormai corsi solo in lingua inglese e i bambini sono abituati a vedere i film americani in lingua originale quando hanno cinque anni. Questa storia prendetela sul serio vi prego. Non perché io abito in America e devo parlare l'inglese dalla mattina alla sera ma sapere l'ingleseoggi è come avere la patente di guida. È essenziale soprattutto per i giovani per qualunque lavoro vogliano fare: dobbiamo darci una mossa.